venerdì 23 settembre 2011

Le energie rinnovabili all’estero: la Svezia, esempio da seguire


Raccontiamo anzitutto che la Svezia è stata il primo Paese europeo ad adottare una legislazione specifica e grazie ai fortissimi investimenti nel nucleare e nelle rinnovabili può contare su una rete elettrica che non fa appello ai combustibili fossili. Oggi è uno dei Paesi europei che investe di più nelle energie alternative..

L’inquinamento globale, la scelta del nucleare, la sensibilizzazione ambientale stanno diventando appannaggio di tutti in territorio nazionale; i ministri, le autorità governative italiane, le aziende stesse e i loro grandi portavoce si sciacquano la bocca con questi temi di importanza internazionale senza poi in realtà muoversi concretamente, effettuare piani di ricerca sul territorio, capire quali sono realmente le problematiche. Riporterò in questo piccolo articolo parte di un’intervista del ministro dell’ambiente svedese Carlgren ripresa da un articolo de “Il corriere della sera” di due anni fa: «Il nucleare continuerà a giocare un ruolo rilevante nella politica energetica europea. Ma saranno le fonti rinnovabili, con il loro enorme potenziale inespresso, a permetterci di realizzare l'obiettivo di un'economia non più basata sui combustibili fossili».

Raccontiamo anzitutto che la Svezia è stata il primo Paese europeo ad adottare una legislazione specifica e grazie ai fortissimi investimenti nel nucleare e nelle rinnovabili può contare su una rete elettrica che non fa appello ai combustibili fossili. Oggi è uno dei Paesi europei che investe di più nelle energie alternative e sta per avviare un gigantesco impianto eolico offshore che fornirà ogni anno tre terawattora. In Svezia non esistono multe e sanzioni per chi non fa la raccolta differenziata, semplicemente perché qui sono gli stessi cittadini a protestare a gran voce quando le amministrazioni locali non si dimostrano in grado di gestirla. «L'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, ) prevede che il nucleare possa crescere del 2% entro il 2020 rispetto all'attuale quota del 16% nella produzione globale di energia. Ma le energie rinnovabili, che già oggi contano per il 18%, possono crescere fino al 35% del totale –, sostiene Carlgren - In Europa il gap sarà ancora maggiore: le rinnovabili passeranno dall'attuale 8,5% al 20% per cento. Quanto al nucleare, che ora conta solo per qualche punto percentuale, il potenziale di crescita resta modesto». In materia di tutela ambientale, la Svezia ha avviato negli anni 90 un programma in sedici punti per migliorare le condizioni dell'ecosistema del Paese nel giro di una generazione. Un obiettivo molto ambizioso, anche perché molti di questi aspetti non possono essere migliorati senza una forte cooperazione a livello internazionale. Le somme saranno tirate nel 2020, ma al momento la situazione non è incoraggiante. Il ministero dell'Ambiente svedese è certo di raggiungere entro quella data solo uno dei 16 obiettivi prefissati: la normalizzazione dello strato di ozono nell'atmosfera. Per molti altri non ci sono certezze, mentre per alcuni le chance di centrare l'obiettivo si stanno dimostrando esigue, come nel caso della tutela della biodiversità di animali e vegetali, la riduzione delle sostanze tossiche nell'ecosistema, la pulizia dell'aria, la sostenibilità delle foreste e, soprattutto, la riduzione dell'emissione di anidride carbonica nell'atmosfera.

Le tematiche ambientali dunque non possono essere affrontate se non a livello planetario. «Le nostre acque sono inquinate da una grande quantità di mercurio che arriva da altri Paesi», ha detto il ministro. «Il mar Baltico è uno dei più inquinati al mondo e non a causa nostra». Ecco perché il principale obiettivo della presidenza svedese della Ue consisterà proprio nel convincere gli altri partner dell'Unione ad avviare una serie di azioni comuni volte a «dare vita a un'economia europea a basso tasso di combustibili fossili».

Il primo obiettivo sarà concentrarsi sui cambiamenti climatici. «Lavoreremo per promuovere un accordo globale che punti alla riduzione del 35% nelle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. Noi in Svezia l'abbiamo già fatto, senza per questo aver pregiudicato in alcun modo la crescita economica», ha spiegato Andreas Carlgren. Gli altri due temi della presidenza svedese saranno promuovere un'azione su vasta scala per la bonifica del mar Baltico e la tutela della biodiversità in Europa.

E l’Italia? Come si pone di fronte a questi temi di massima importanza ? Tremonti parla di finanziare con gli Eurobond forme di energie alternative. Noi ci speriamo e stiamo tutt’ora aspettando.

Fonte: Redazione ChiavEnergia

Nessun commento:

Posta un commento